domingo, 6 de octubre de 2013

Squilibrio ambientale e cooperazione: i casi Gabon e Haiti.

Dr. Massimo Annibale Rossi
Per Vento di Terra, Proafrica e Amici della Terra Lombardia
Convegno “L’Ambiente e Noi” – 4 Ottobre 2013, Milano, Centro Raimondi

Vento di Terra ong e Proafrica operano in ambiti eterogenei dal punto di vista ambientale. Significativo a questo riguardo il confronto tra la situazione del Gambia, ricco di risorse naturali e di aree coltivabili e Haiti, isola caraibica ove il 95% delle foreste sono state abbattute.
In Gabon, ove Proafrica sostiene un progetto sanitario, l’emergenza riguarda la difesa della foresta, e con questa, dell’equilibrio idrogeologico del territorio. Il caso Gabon è emblematico delle potenzialità di un paese in grado di conservare le proprie riserve naturali, e beneficia di un significativo tasso di sviluppo. Tasso i cui proventi non sono tuttavia distribuiti equamente tra la popolazione, parte della quale rimane sotto la soglia di povertà. Il Gabon è comunque risultato in grado di assorbire flussi migratori provenienti dai paesi limitrofi.
Il Gabon sta attuando una politica di sfruttamento sostenibile delle sue immense risorse forestali. L’esportazione di legno appare una delle voci importanti del PIL nazionale, ed è attuata in maniera razionale. La foresta ricopre circa l'85% del territorio, nel quale abitano 70.000 scimpanzé (la maggior parte della popolazione mondiale), 45.000 gorilla e 60.000 elefanti della foresta. Circa il 12% del territorio è protetto e sono presenti 13 parchi nazionali.
L’intervento della cooperazione in Gabon è volto a incoraggiare la tutela della foresta, definendo un modello sostenibile, esportabile negli altri paesi dell’Africa equatoriale. Si tratta inoltre di sostenere le comunità locali nella rivendicazione dei propri diritti e di limitare l’influenza delle multinazionali, attratte dalle ingenti riserve di gas e petrolio presenti sulla costa.
Il caso Haiti si pone al lato opposto del diagramma delle modalità di utilizzo delle risorse naturali. Le foto satellitari dell’isola Hispaniola, evidenziano un contrasto netto tra i territori appartenenti alla Repubblica di Haiti e quella Domenicana. Haiti ha infatti distrutto il 95% del proprio patrimonio forestale. Si tratta di una situazione limite, aggravata dagli effetti del devastante sisma del 2010 e che priva la popolazione locale di gran parte del proprio sostentamento. Il suolo appartenente ai terreni disboscati subisce infatti una rapida erosione a causa delle piogge torrenziali equatoriali, diminuendo in breve la propria produttività.
Il disastro ambientale è dovuto alla mancanza di politiche di salvaguardia degli ultimi decenni, alla situazione di instabilità politica e allo stato di indigenza in cui versa la maggior parte della popolazione. Se gli attuali interventi sono orientati alla ricostruzione, in prospettiva la cooperazione si dovrà porre l’obiettivo di favorire la riforestazione. Obiettivo complesso e di lungo periodo, e in ogni caso da perseguire tenendo conto le enormi difficoltà e il peso delle tre variabili principali.
L’opera dell’uomo non potrà rimediare al disastro arrecato all’ecosistema dell’isola, ricostruire ciò che la natura ha impiegato millenni realizzare. Potrà tuttavia sperimentare modelli replicabili, che permettano una progressiva ripresa della flora e la lenta ricostituzione di un suolo produttivo.
Vento di Terra ong è intervenuta ad Haiti dopo il sisma ed opera a favore delle popolazioni del Distretto di Acul du Nord. Si tratta della parte settentrionale dell’isola, poco colpita dal terremoto, ma che ha dovuto assorbire un flusso massiccio di profughi provenienti dalla capitale. Il progetto mira a migliorare la dieta base, ed in particolare dei minori, mediante l’implementazione di orti comunitari. In prospettiva intende inoltre favorire la costituzione di un consorzio locale, in grado di aumentare l’autosussistenza alimentare dell’area e di rappresentare un modello replicabile. Grazie al Mouvement paysan du Acul du nord, aderente alla Via campesina, è stato possibile formare all’agricoltura organica le famiglie aderenti al progetto ed introdurre culture innovative.

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