miércoles, 25 de marzo de 2015

Lettera a Marco Magnani nel giorno del suo funerale 24 gennaio




Ricordo che il 5 gennaio a Milano, dopo una lunga conversazione tu mi avevi detto. Caro Leo vieni a trovarci a Lasize. Ti avevo promesso di venire.

Mai avrei pensato che passati 83 giorni venire e trovarti  significava l’Addio definitivo, la nostra separazione fisica. Caro Marco  tu vivrai soltanto nel nostro ricordo, nella mia mente e nel mio cuore.
Oggi ricordo il nostro dialogo di mezza giornata a Milano, del sogno d’andare in Perù a conoscere la terra dove  è nata Yanet Cristina la tua carissima moglie, di conoscere le comunità indigene della zona. ce hai riuscito ad andarci, hai mangiato e ballato con loro, ma al vostro ritorno siete stati traditi delle onde impetuose del fiume Marañón  e ve ne siete andati tutti e 3 insieme, ed insieme a voi anche lo zio Samuel, il fratello de Graviela la tua suocera.

Dal luogo privilegiato dove ti trovi insieme a Yanet Cristina, Gabriel e Samuel, avete visto il nostro petto aperto con una profonda ferita, ancora sanguinante per la vostra partenza improvvisa dal viaggio senza ritorno.
Hai visto  Graviela suoi occhi hanno perso la luce per il pianto di tutti giorni, ricercandovi sul lungo fiume, disperata insieme a Emilia e Yony nostri fratelli in Perù.

Caro Marco tu sai che abbiamo caricato la croce per lungo tempo e tu ne sei testimone. Abbiamo pregato  Dio chiedendogli di restituire vostri corpi. Dio ci ha ascoltato; suoi miracoli ci sono avverati e abbiamo avuto la fortuna di vedervi per l’ultima volta, di lasciarvi nel luogo giusto del riposo in pace; e quando avremo nostalgia della vostra assenza verremo a trovarvi per parlare in silenzio, o forze sarà un dialogo con noi stessi.

Oggi ti ho visto per l’ultima volta insieme a la tua grande famiglia, grande amici e cittadini di Lazise. Insieme a me Carolina, Rosalina, Manuel e il nostro vecchio amico Mimo. Ti ho portato il saluto di Graviela ancora in Perù, de Rony e Victoria che come tu sai si sono trasferiti da Barcelona a Bolivia, di Emilia e Rene. Caro Marco di tutta la mia famiglia che tu personalmente hai conosciuto.

Caro Marco, abbiamo avuto bisogno del tuo ritorno, per salutarti, per abbracciarti, per dimostrarti quanto oggi ci manchi, e quanto ti vogliamo bene. infine abbiamo avuto bisogno del tuo ritorno per iniziare a sorridere de tuoi bei ricordi.

Caro Marco, forse soltanto tu lo sai e nessuno altro, delle  emozione contrastanti di pianto e gioia, che abbiamo vissuto nell'incontrare  Cristina il 26 gennaio, dopo il ritrovamento de Samuel l’8 febbraio,  l’impazienza e perdita della fede e della speranza, l'angoscia,  poi il tuo ritrovamento il 19 e di Gabriel il 20 di febbraio. Emozioni indescrivibili.  È rinata in ognuno di noi la FEDE e la SPERANZA.

Un pugno di terra sulla tua tomba simbolo del legame del nostro affetto e il compromesso di non dimenticarti mai,  un altro pugno in nome de Yanet Cristina, ed un altro ancora in nome de Gabriel. Dio ha voluto darvi la vita e vi ha unito per poco tempo, la tragedia del 25 gennaio sul fiume Marañòn vi ha unito nel amore per l’eternità.
Addio caro Marco.
Eleuterio Ruiz Pèrez.
Milano 24 marzo 2015

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